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Clausole abusive nei contratti stipulati con i consumatori e potere del giudice di esaminarle d’ufficio
Responsabilità contrattuale e/o extracontrattuale (in genere)La Corte di Giustizia ha sancito che l’esigenza di una tutela giurisdizionale effettiva impone che il giudice dell’esecuzione possa valutare, anche per la prima volta, l’eventuale carattere abusivo delle clausole del contratto alla base di un decreto ingiuntivo emesso da un giudice su domanda di un creditore e contro il quale il debitore non ha proposto opposizione. I principi processuali nazionali non possono ostacolare i diritti che i singoli traggono dal diritto dell’Unione.
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Appalto di opere: il committente è sempre responsabile ex art. 2051 c.c.
Responsabilità negli appalti privatiIl committente, anche in seguito alla stipula di un contratto di appalto, resta sempre responsabile ex art. 2051 c.c. nei confronti dei terzi che subiscono danni durante l’esecuzione delle opere appaltate in quanto, con la consegna dell’immobile oggetto dei lavori all’appaltatore, non viene meno il suo obbligo di custodia che incontra l’unico limite nel caso fortuito; questo, naturalmente, non esclude la responsabilità ex art. 2043 c.c. del committente e/o dell’appaltatore.
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Assicuratore sociale è silente: l’assicuratore r.c.a. è legittimato a presumere che il danneggiato non sia stato liquidato?
Cass. civ.,
Passato il termine legislativo dei 45 giorni, l’assicuratore della r.c.a. è legittimato a presumere ope legis che l’assicuratore sociale non abbia pagato alcun indennizzo al danneggiato. In particolare, dovrà presumersi che quest’ultimo sia rimasto titolare dell’intero credito risarcitorio.
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“A volte ritornano”: i danni da emotrasfusione del 1963. Termine di prescrizione e obblighi di vigilanza
Cass. civ.,
Il problema dei danni da infezione da emotrasfusione si propone di frequente nella pratica e pone almeno due questioni: il termine di prescrizione (dato lo iato tra trasfusione e scoperta dell’infezione) e l’individuazione di specifici obblighi di controllo e protezione in capo al Ministero della Salute all’epoca dei fatti. La particolarità del caso risiede nel fatto che la trasfusione avvenne nel 1963.
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La responsabilità della struttura sanitaria per i danni invocati iure proprio dai congiunti di un paziente danneggiato è extracontrattuale
Cass. civ.,
La responsabilità della struttura sanitaria per i danni invocati iure proprio dai congiunti di un paziente danneggiato dall'intervento chirurgico o deceduto a seguito dello stesso è qualificabile come extracontrattuale. L'azione risarcitoria è quindi soggetta al termine di prescrizione quinquennale.
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Il danno da perdita di chance è alternativo al danno da lucro cessante
Cass. civ.,
La vittima deve scegliere di dimostrare di aver perduto un reddito che verosimilmente avrebbe realizzato, e allora le spetta il risarcimento del danno da lucro cessante oppure di non addurre quella prova ed in tal caso, le spetterebbe il risarcimento del danno da perdita di chance.
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I limiti alla risarcibilità del danno parentale in favore dal neonato per la morte del nonno
Cass. civ., sez. III,
La Cassazione torna sul danno da perdita del rapporto parentale, respingendo la domanda di risarcimento invocato a favore della nipote di soli 8 mesi per la scomparsa del nonno.
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L’onere della prova nel giudizio di risarcimento del danno da diffamazione
Cass. civ.,
L’attore che assume di essere stato leso da una notizia di stampa deve provare il fatto della pubblicazione di una notizia di natura diffamatoria e, a fronte di ciò, spetta al convenuto dimostrare, a fondamento dell’eccezione di esercizio del diritto di cronaca (e della sussistenza della relativa esimente), la verità della notizia, che può atteggiarsi anche in termini di verità putativa...
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La responsabilità oggettiva da cose in custodia
Cass. civ.,
Nei confronti dei terzi danneggiati dall’esecuzione di opere effettuate in forza di un contratto di appalto, il committente è sempre gravato dalla responsabilità oggettiva di cui all’art. 2051 c.c., la quale trova un limite esclusivamente nel ricorso del caso fortuito; il che naturalmente non esclude ulteriori responsabilità ex art. 2043 c.c. del committente e/o dell’appaltatore.
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Responsabile l’avvocato che trattiene il denaro ricevuto in nome e per conto del cliente
Cass. civ., sez. unite,
«L’avvocato che si appropri dell’importo dell’assegno emesso a favore del proprio assistito dalla controparte soccombente in un giudizio civile, omettendo di informare il cliente dell’esito del processo che lo aveva visto vittorioso e di restituirgli le somme di sua pertinenza, pone in essere una condotta connotata dalla continuità della violazione deontologica, destinata a protrarsi fino alla messa a disposizione del cliente delle somme di sua spettanza».
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