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News |
Danni post intervento: escluso il risarcimento se la paziente non dimostra che, se adeguatamente informata, lo avrebbe rifiutato
Cass. civ.
Nell’ipotesi di omessa informazione in relazione ad un intervento chirurgico che abbia cagionato un pregiudizio alla salute ma senza che sia stata dimostrata la responsabilità del medico, è riconosciuto il diritto al risarcimento per la violazione del diritto all’autodeterminazione a condizione che il paziente alleghi e dimostri che, se fosse stato adeguatamente informato, avrebbe rifiutato l’intervento
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Danni da emotrasfusione: l’azione si prescrive in 5 o 10 anni?
Cass. civ.
La responsabilità per i danni da trasfusione di sangue infetto ha natura extracontrattuale sicché il diritto al risarcimento è soggetto alla prescrizione quinquennale, ex art. 2947, comma 1, c.c.. Invece, per il danno subito dai congiunti della vittima “iure proprio”, la prescrizione è decennale.
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L’azione di rivalsa prescinde dal giudizio azionato dal danneggiato
Cass. civ.
Il Collegio della III Sezione Civile della Corte di Cassazione, con l’ordinanza 9 novembre 2020, n. 25087, ha chiarito che l’azione di rivalsa, da parte della compagnia di assicurazione, può essere esercitata a prescindere da un giudizio azionato dal danneggiato. Ha inoltre precisato che, in presenza di una formale richiesta risarcitoria formulata dai danneggiati verso l’impresa di assicurazione, quest’ultima non deve attendere l’instaurazione del giudizio, bensì può eseguire la propria prestazione entro il massimale di legge, finanche in presenza di eccezioni derivanti dal contratto.
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La valenza processuale del modulo CAI a doppia firma nei confronti (anche) del FGVS
Cass. civ.
La denuncia di sinistro stradale deve essere trasmessa all’assicuratore prima di citarlo in giudizio non solo per informarlo delle circostanze, modalità e conseguenze del sinistro ma anche, nel caso di denuncia congiunta, ai fini della presunzione fino a prova contraria della veridicità delle dichiarazioni ivi contenute.
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La Cassazione di nuovo sulla liquidazione del danno biologico e del danno morale
Cass. civ.
Costituisce duplicazione risarcitoria la congiunta attribuzione del danno biologico, inteso come danno che esplica incidenza sulla vita quotidiana del soggetto sulle sue attività dinamico-relazionali, e del danno cosiddetto "esistenziale". Non costituisce duplicazione risarcitoria, invece l'autonoma valutazione compiuta con riferimento alla sofferenza interiore patita dal soggetto in conseguenza della lesione del suo diritto alla salute.
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Il danno biologico nell’indennizzo INAIL e nella responsabilità civile
Cass. civ.
In tema di danno biologico, l’erogazione effettuata dall’INAIL ai sensi delle disposizioni in materia di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali è strutturata in termini di mero indennizzo, indennizzo che, a differenza del risarcimento civile, è svincolato dalla sussistenza di un illecito contrattuale od aquiliano e, di conseguenza, può essere disposto anche a prescindere dall’elemento soggettivo di chi ha realizzato la condotta dannosa e da una sua responsabilità.
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Sinistri stradali e indennità corrisposte dagli enti di assicurazione sociale: la Cassazione esclude il cumulo tra le somme riscosse
Cass. civ.
La surrogazione impedisce che il danneggiato possa cumulare, per lo stesso danno, la somma già riscossa a titolo di rendita assicurativa con l’intero importo del risarcimento del danno dovutogli dal terzo e di conseguire così due volte la riparazione del pregiudizio subìto.
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Cade su un cordolo e chiede i danni al Comune: la colpa è solo del danneggiato
Cass. civ.
In materia di responsabilità civile per danni da cose in custodia, la condotta del danneggiato si valuta diversamente a seconda del grado di incidenza causale sull’evento dannoso, dovendo tener conto del dovere di ragionevole cautela. Nel caso di specie, essendo avvenuto l’incidente in pieno giorno e considerando che il cordolo sul quale è caduta la vittima era perfettamente visibile, il sinistro va ricondotto esclusivamente alla sua condotta disattenta.
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Quando l’assicuratore resta tenuto a sopportare le spese di lite dell’assicurato
Cass. civ.
Nell’assicurazione per la responsabilità civile, la costituzione e difesa dell’assicurato, giustificata dall’instaurazione del giudizio da parte di chi assume di aver subito un danno, è svolta anche nell’interesse dell’assicuratore, ritualmente chiamato in causa, in quanto finalizzata all’obbiettivo ed imparziale accertamento dell’esistenza dell’obbligo di indennizzo. Pertanto, anche nel caso in cui nessun danno venga riconosciuto al terzo che ha promosso l’azione, l’assicuratore è tenuto a sopportare le spese di lite dell’assicurato, nei limiti stabiliti dall’art. 1917, comma 3, c.c..
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Danni per vizi delle opere richiesti dopo un anno dalla chiusura lavori: non c’è urgenza di procedere ad ATP
Trib. Busto Arsizio
In tema di ammissibilità del procedimento di accertamento tecnico preventivo, il carattere dell'urgenza ricorre unicamente quando sussiste la possibilità che il trascorrere del tempo modifichi lo stato di luoghi o cose, rendendo impossibile o inefficace un successivo accertamento nel rispetto dei tempi processuali.
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